In Epiphania Domini
Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini
Rome
January 6, 2024
Is 60, 1-6
Mt 2, 1-12
Predica
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.
Oggi celebriamo la luce che è sorta sul mondo con la Natività di Gesù, vero Dio e vero uomo, l’unico Salvatore del mondo, Re del Cielo e della Terra. Oggi sono adempiute le parole del Profeta Isaia:
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te[1].
La stella, che ha condotto i Magi da Oriente al presepio in cui giaceva il Bambino Gesù[2], è lo strumento della luce universale ed eterna emanante dal Volto del Salvatore al Suo Avvento nel mondo. È la Luce divina ed eterna che dal momento dell’Annunciazione si è incarnata, è diventata visibile a noi. Da quel momento, questa luce continua a brillare sul mondo per scacciare le tenebre del peccato e per attrarre tutto l’universo a Colui che restaura tutte le cose in Dio Padre, secondo il Suo piano per la salvezza del mondo.
Inginocchiati, insieme con i Magi, davanti al Bambino Gesù, ricordiamo l’inno con cui San Paolo celebra il mistero della salvezza, che ha avuto il suo inizio con l’Incarnazione e il suo adempimento nella Redenzione compiuta per la Passione, Morte, Risurrezione e Ascensione di Gesù:
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra[3].
Ecco la ragione per cui oggi nelle cattedrali del mondo, dopo il canto del Vangelo, si annuncia ai fedeli, in modo solenne, la data della prossima celebrazione di Pasqua, significando l’unità perfetta della Natività con la Risurrezione.
Davanti al Mistero della Incarnazione Redentiva, riconosciamo che la nostra felicità attuale e il suo adempimento nella Nuova ed Eterna Gerusalemme[4] si trova solo in Cristo, nato a Betlemme e subito manifestato a tutto il mondo, rappresentato dai Re Magi. Noi abbiamo la comunione con Lui – nel Suo vero Corpo, Sangue, Anima, e Divinità – per il Sacrificio Eucaristico. Nel Sacrificio Eucaristico, Egli fa sacramentalmente presente il Sacrificio sul Calvario, versando, senza misura e senza sosta, la grazia divina dal Suo glorioso Cuore trapassato nei nostri cuori. Veramente noi viviamo in Cristo, soprattutto per la partecipazione alla Santa Messa, nella Santa Chiesa. Secondo la Sua promessa, Egli, seduto nella gloria alla destra del Padre, resta con noi nella Chiesa fino all’Ultimo Giorno[5], fino al Suo ritorno glorioso alla fine del mondo, fino all’instaurazione di “nuovi cieli e una nuova terra”[6].
Quanto è vana la ricerca della felicità, della salvezza eterna, nelle cose passeggere del mondo! Gesù solo, vivo per noi nella Chiesa, è la luce che illumina tutte le cose di questo mondo e il loro destino nel mondo che verrà. Egli ci istruisce, attraverso la sana e perenne dottrina della Chiesa, e ci purifica e rafforza a vivere secondo la sana e perenne dottrina tramite i Sacramenti, la vita di preghiera e penitenza e le opere di devozione. Il deposito della fede contenuto nella Sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, attraverso il quale il Signore opera per la nostra salvezza in ogni generazione, è la stella che ci conduce sempre a Lui e ci aiuta a vivere solo in Lui, per la nostra salvezza e la salvezza del mondo. Così ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, citando il Concilio Vaticano II:
Il deposito della fede («depositum fidei»), contenuto nella sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura, è stato affidato dagli Apostoli alla totalità della Chiesa. «Aderendo ad esso tutto il popolo santo, unito ai suoi Pastori, persevera costantemente nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle orazioni, in modo che, nel ritenere, praticare e professare la fede trasmessa, si crei una singolare unità di spirito tra Vescovi e fedeli»[7].
Utilizzando i gessetti benedetti, segneremo oggi le porte delle nostre case con la Croce di Cristo e le prime lettere dei nomi dei Rei Magi per significare che veramente le nostre case ed i nostri cuori appartengono completamente a Cristo Re.
Condotti all’altare della Santa Messa dalla stella che è la nostra fede e la nostra vita di fede nella Comunione dei Santi, uniamo i nostri cuori, insieme con il Cuore Immacolato di Maria, al Sacro Cuore di Gesù nella Sua offerta del Sacrificio Eucaristico. Portiamo dall’altare, dal Sacro Cuore di Gesù, la luce che illumina ogni cosa e che riconduce tutte le cose a Dio, secondo il Suo piano per la nostra salvezza. Che la gioia dei Magi, giunti davanti al Bambino Gesù nel presepio dopo aver seguito la stella, sia la nostra gioia oggi e per sempre!
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.
Raymond Leo Cardinal Burke
[1] Is 60, 1-2.
[2] Cf. Mt 2, 1-2. 9-10.
[3] Ef 1, 3-10.
[4] Cf. Ap 3, 12.
[5] Cf. Mt 28, 20.
[6] 2 Pt 3, 13.
[7] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 84. Cf. 1 Tm 6, 20; 2 Tm 1, 12-14; Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 10.